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"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

domenica 16 novembre 2008

Il linguaggio totalitario nell'Italia berlusconiana

Oggi c'è un eccesso di articoli interessanti, da meditare! Riprendo anche il seguente da http://yeswearedifferentit.blogspot.com perchè non vorrei che sfuggisse!

Il potere berlusconiano è un meccanismo che, principalmente, si snoda attraverso il concetto di normalità.
Sarebbe infatti, a mio avviso, più corretto parlare non di linguaggio ma di un certo tipo di intervento sul linguaggio e ripercorrere, quindi, la storia del linguaggio berlusconiano ovvero, in un certo senso, una fattispecie di nuova cronologia, anzichè cristologica, appunto berlusconiana.
Lo sviluppo di una nuova forma di linguaggio attraverso una rete di saperi, quelli informativi, ad esempio. L'informazione è di per sè vincolante ad una forma di verità, è, per certi versi, una religione tecnica.
Grazie all'amico Craxi, l'attuale presidente del consiglio ha ottenuto incentivi e, di fatto, l'appoggio politico e di potere per la creazione di un impero addetto alla trasformazione del linguaggio e alla produzione di verità.
Quando si tocca il concetto di linguaggio è inevitabile scontrarsi con talune aporie.
Definire il linguaggio è arduo: Wittgenstein disse che noi siamo il linguaggio, e questo assunto leggibile a vari livelli ed interpretabile in vari modi, chiarisce il carattere ambivalente e, per così dire vischioso, del linguaggio. Il linguaggio produce il pensiero, il linguaggio gestisce il nostro pensiero: è il nostro pensiero. Il monopolio televisivo berlusconiano è il deus ex machina dell'attuale società italiana. Attraverso la televisione, si compie un radicale mutamento del linguaggio, un totalitarismo linguistico che ha una serie di effetti.
1 la parola mediatica è la fonte di sapere che gestisce e produce un certo tipo di verità.
2 Attraverso il controllo e la produzione delle parole si plasmano i pensieri suscettibili alla violenza del sapere (quello televisivo ad es.).
3 le parole mediatiche agiscono sulla memoria, evocando ed eclissando, in piena arbitrarietà, la memoria collettiva.
Ad esempio: La naturalezza con cui Berlusconi afferma una cosa per poi negarla un attimo dopo. Attraverso la gestione dell'informazione si produce una verità: Si eclissa la menzogna e si accentuano gli elogi palesi o velati al Padrone, deportando la memoria all'interno di una prigionia linguistica. "Abbronzato" si trasforma da insulto razzista a "carineria" per poi essere dimenticato.
Non vi è più l'anarchia che rende libero il linguaggio bensì la violenza del format.
Il linguaggio totalitario è il format berlusconiano dispensatore di verità. E' la vera arma di distruzione di massa o per dirla alla Guzzanti (Sabina) arma di distrazione di massa.
Berlusconi gestisce e produce l'intera realtà italiana, la realtà virtuale attraverso il controllo totale dell'informazione. Il possesso coercitivo dell'apparato linguistico porta al controllo sui pensieri e quindi sulle persone. Ed è questo lo snodo fondamentale.
Berlusconi controlla i pensieri, perchè controlla e gestisce il linguaggio. Format semplici, efficaci, rapidi, populisti, dicotomici, dogmatici che servono a svilire il pensiero, a sopprimere la conoscenza, a distruggere la memoria, la visione critica.
Fannulloni, immigrati pericolosi, ottimismo, comunismo, maestro unico, baroni, tasse, bene e male sono questi i format che semplificano e ghettizzano il linguaggio e dunque il pensiero.
Costruzione e divulgazione di un nuovo vocabolario per il controllo sugli individui. Il vile attacco all'istruzione è solo la punta dell'iceberg; l'attacco è, in realtà, molto più profondo e riguarda la libertà degli individui, la capacità di pensare e di usare un linguaggio che permetta di comprendere l'effettivo pericolo rappresentato da Silvio Berlusconi.

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