____________________________________________________________________

____________________________________________________________________
"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

sabato 17 gennaio 2009

Santoro non è "embedded"...


Premetto che non ho visto, contrariamente al solito, tutta la trasmissione di Annozero e lo scontro Annunziata - Santoro l'ho successivamente visto su You Tube.
Sappiamo tutti che Santoro è un giornalista duro, forse intollerante, certamente schierato, ma - ritengo - non fazioso nè disonesto. Non ha certo la pacatezza di un Enzo Biagi, ma in un clima di regime (non solo dell'informazione) neppure la pacatezza salva dagli ostracismi. Forse poteva trattenere certe affermazioni che potevano suonare offensive nei confronti di Lucia Annunziata, ma neppure lei avrebbe accettato di sentirsi criticare nel suo modo di impostare e condurre una trasmissione di cui ha la responsabilità.
Ma mi sembra orribilmente ipocrita accusare di faziosità chi, per la prima volta dopo più di venti giorni di guerra e di strage, dopo anni di giornalismo embedded nei confronti di Israele accreditato sempre e in ogni caso come vittima e mai come oppressore, anche a fronte di una dura occupazione militare armata, di incursioni per arresti al di fuori di ogni supporto legale (solo la dichiarazione: è un terrorista!) con l'annessa distruzione della casa e la ricaduta su tutta la famiglia e sulla parentela, di omicidi mirati mai sospesi neppure in tempo di tregua più o meno vera, sul furto di terra e di beni essenziali per la vita con il metodo mai interrotto dei cosiddetti "insediamenti", con la chiusura ermetica della Striscia di Gaza non solo alle armi, ma anche a tutto ciò che è indispensabile per una vita decorosa di un milione e mezzo di esseri umani, dopo tutto questo e molto altro ancora, ci fa vedere in diretta non la morte di Hamas, ma la morte di Gaza e dei suoi abitanti!
Si può tollerare per qualcuno la testimonianza di Vittorio Arrigoni, che in Italia raggiunge solo un pubblico di "nicchia", non ci si preoccupa di Al Jazeera, perchè ha giusto 25 spettatori in Italia e in Europa e i suoi giornalisti da Gaza sono palestinesi e dunque faziosi, di parte e amici dei terroristi, ma che la RAI faccia per una volta vedere l'altra faccia della medaglia questo è intollerabile!
Io non mi stancherò mai di dire che amo Israele, ma non i suoi governanti, "guide cieche" (leggi il cap. 23 di Matteo...), sento forte e profondo il legame indissolubile che lega il mio cristianesimo alla sua radice ebraica che non può essere rinnegata, ma sono anche convinto che passi avanti si potranno fare in Terrasanta quando si uscirà dalla propaganda, dalla doppiezza, dal revisionismo storico, più volte smascherato da onesti storici e intellettuali ebrei e israeliani (uno per tutti: Ilan Pappe) e si avrà il coraggio di dire tutta la verità su quanto avvenuto nei sessant'anni passati, sui progetti espressi e su quelli taciuti, sul significato e sulle conseguenze nel passato, nel presente e nel futuro dell'insediamento di circa 400.000 coloni nel Territorio palestinese, insediamenti che nascondono la certa volontà di non permettere in alcun modo la nascita di uno Stato palestinese!
Accanto a questo nessuna simpatia per Hamas nella sua componente violenta e armata e disposta anche a dividere i Palestinesi! Ma neppure accetto la semplicistica affermazione che Hamas sia solo e nulla più di una organizzazione terroristica con l'aggravante della sua connotazione religiosa: terrorismo islamico! I palestinesi non ragionano fortunatamente in questi termini. I palestinesi non accettano questa etichetta religiosa; mi diceva un amico: "Quando io mi presento non dico: sono un palestinese cristiano, ma sono un palestinese e se uno mi dicesse: sono un palestinese musulmano lo contesto, non lo riconosco, perchè questa divisione non è nostra!".
Perciò alla fine sto dalla parte di Santoro, magari invitandolo ad una moderazione più utile. Come dice Tonio Dell'Olio non possiamo essere in questa guerra e in questo eterno conflitto "equidistanti": «In un conflitto tanto evidentemente sproporzionato nessuno che abbia un briciolo di buon senso può parlare di equidistanza a fronte del numero delle vittime, dell'efferatezza del fuoco, delle distruzioni e dell'odio che si sta seminando nel terreno della storia. Credo piuttosto che si dovrebbe parlare di
equivicinanza. Equivicinanza a tutte le vittime sempre. Al di là del passaporto che
hanno in tasca, dell'appartenenza nazionale, etnica, razziale, politica, ideologica.
L'equivicinanza ti fa scegliere di stare dalla parte delle vittime biasimando tutti coloro che ricorrono all'uso della forza e che credono che la violenza possa risolvere qualcosa. Stare contro coloro che continuano a ritenere che anche la morte di un solo bambino (purché della parte avversa) possa essere un sacrificio necessario per il raggiungimento del proprio obbiettivo di sicurezza, di autonomia, di riconoscimento». A me pare che fosse ciò che Santoro cercava di fare, quando tutti ritengono "equidistante" chi sta sempre e comunque dalla parte di Israele, sotto il ricatto continuo della equivalenza "critico del governo israeliano = antisemita". dwf

Nessun commento: