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"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

lunedì 2 febbraio 2009

Padre Musallam, parroco di Gaza a chi crede all'informazione firmata Pagliara

“Gaza stava già soffrendo prima di questa guerra, soffre durante questa guerra e continuerà a soffrire dopo questa guerra. Molte famiglie si sono rifugiate nelle scuole della Nazioni Unite (UNRWA) dove pensavano sarebbero state al sicuro. Ma sono state bombardate. Le condizioni di vita sono terribili, con 50-60 persone a sopravvivere in una stanza, senza elettricità, acqua, senza letti o cibo e nessun luogo in cui lavarsi. Gli aiuti dell’emergenza non ci sono ancora arrivati e dato che tutti sono troppo spaventati per avventurarsi nelle strade, la nostra gente non può raggiungere i magazzini dove sono conservati gli aiuti della Croce Rossa e dell’UNRWA.
Così come le distruzioni e le ferite fisiche sono incalcolabili, è incalcolabile anche il trauma psicologico della nostra gente. Avrà bisogno di aiuto e supporto per chissà quanti anni a venire. Dovrà trovare un qualche posto in cui vivere e noi avremo bisogno di centri per i feriti resi disabili dai bombardamenti, di scuole
speciali per i traumatizzati, per i bambini orfani e tutta una serie di servizi di riabilitazione. L’acqua pulita è scarsa, così che entrambe le nostre scuole in Remal e a Zaitoon forniscono l’acqua alla gente locale grazie ad un pozzo artesiano, scavato dalla generosità di donatori austriaci. Il generatore della scuola produce elettricità per il forno vicino, dato che non si trova pane da settimane. La gente dice: “Il prete è diventato un panettiere”, ed è vero, e siamo contenti di essere in grado di farlo.”

“La guerra deve finire ora. Il mondo deve trovare una soluzione per il popolo palestinese e non semplicemente tornare alla situazione in cui si trovava prima che tutto questo iniziasse. I confini con Israele devono essere ridisegnati e l’occupazione, che è iniziata 60 anni fa, deve finire.
Lo status dei rifugiati palestinesi deve essere risolto perseguendo il Diritto al Ritorno, mentre Gerusalemme Est deve essere la capitale dello Stato palestinese.
Dobbiamo radere al suolo il Muro dell’apartheid, aprire i passaggi di frontiera, liberare i detenuti palestinesi e rimuovere gli insediamenti israeliani, così che la terra potrà tornare ai suoi originari proprietari palestinesi.
La pace è possibile solo se comprende la giustizia.
Quando il mondo restituirà al popolo palestinese i suoi diritti, allora ci sarà
sicuramente la pace nel Medio Oriente.
Tutta la gente di Gaza dice grazie a voi, nostri amici ovunque voi siate, per le vostre preghiere costanti e particolarmente per l’aiuto di cui abbiamo urgentemente bisogno e che speriamo ci raggiunga presto”.
Padre Manuel Musallam

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