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"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

sabato 5 dicembre 2009



JERUSALEM -PATRIARCHATUS LATINUS
بطريركية القدس للاتين

Venite a fare con me Natale a Gaza!
“O Bambino di Betlemme, lunga si è fatta la nostra attesa,
e siamo stanchi di questa situazione, stanchi anche di noi stessi”.
Così, carissimi fratelli e sorelle,
supplicavo il Dio-Bambino durante gli interminabili giorni di guerra
che hanno insanguinato lo scorso Natale nella Striscia di Gaza.
Le nostre armi, per resistere alla rassegnazione e allo sconforto,
sono state la preghiera e la comunione tra le Chiese e i cristiani di tutto il mondo.
Un enorme numero di vittime, tra cui centinaia di bambini,
e la distruzione di case e città, hanno trasformato la festa della vita nascente
nel lutto di tanta desolazione e morte.
E dopo un anno, purtroppo, non è certo migliorata la vita della gente di Gaza!
Anche quest'anno, allora,
prendiamo le stesse armi della preghiera e della comunione
per sentirci uniti a chi più soffre e
accogliere “la Grazia di Dio, apportatrice di salvezza!”
Io stesso mi recherò domenica 20 dicembre nella Parrocchia di Gaza per celebrare il Santo Natale e mi piacerebbe portarvi tutti con me quel giorno...
Per questo VI INVITO A FARE ANCHE VOI NATALE A GAZA
raccogliendovi in questa domenica nella comune supplica al Dio della Pace
† Fouad Twal,
Patriarca latino di Gerusalemme

Ritorna ancora a Gaza, Signore!

«Il terrore piomberà su di voi come un turbine» (Proverbi 1,27)

Signore nostro Dio, a Natale, un anno fa, un disastro si è abbattuto su di noi come una tempesta.
Sotto i bombardamenti eravamo affamati e assetati. I nostri bambini piangevano.
Non trovavamo pane per loro nè acqua per placare la loro sete.

Tutti: «Perché, Signore, stai lontano,
ti nascondi nel tempo dell’angoscia?» (Salmo 10,1)

Le finestre e le porte delle nostre case sono state distrutte dalle detonazioni delle bombe
e noi deperivamo nel freddo di dicembre e dell’inverno che avanzava.
I nostri corpi raggelati dalla paura, dalla sete e dalla fame,
non potevano consolare i piccoli che si rannicchiavano su di noi.

Tutti: «Perché, Signore, stai lontano,
ti nascondi nel tempo dell’angoscia?»
«Quello sarà un giorno di tribolazione e d’angoscia,
giorno di calamità e di miseria (Sofonia 1,5)

Morivano gli innocenti, soprattutto i bambini, le donne e i vecchi.
Chi resisteva viveva all’addiaccio, per le strade e nei cimiteri, sotto le bombe, piangendo e urlando,
mendicando pietà, consolazione e protezione.

Tutti: «Voglio dar libero sfogo al mio lamento,
voglio parlar nell’amarezza dell’anima mia.» (Giobbe 10,1)

Ma Il mondo restava indifferente alla nostra pena, muto e lontano da noi.
I carri armati e le bombe ci massacravano e noi ci sentivamo profondamente umiliati.

Tutti: «Voglio dar libero sfogo al mio lamento,
voglio parlar nell’amarezza dell’anima mia.»

«Gioite nella speranza, siate pazienti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera» (Romani 12,12)

E’ trascorso un anno e ancora soffriamo per la fame, la sete, gli stenti,
l’assedio, l’umiliazione e la paura. Tra la schiavitù e la morte non c’è davvero scelta.
E se la morte si imporrà a noi, i nostri cuori ritroveranno il coraggio necessario per affrontare la morte.

Tutti: Signore della Pace, fa piovere la pace su di noi!

Signore, fa che impariamo a sentire il grido delle vittime di tutti i conflitti
come oggi sentiamo quello delle voci che si levano da Gaza.
Perdona la nostra sordità, apri le orecchie e i cuori all’angoscia del nostro prossimo.

Tutti: Signore della Pace, fa piovere la pace su di noi!

E anche noi, con la consolazione che riceviamo da Dio,
fa che possiamo consolare chi si trova in qualsiasi genere di afflizione!» (2 Cor 1,4)

Signore Gesù, quando sei passato da Gaza, fuggendo la minaccia di Erode, noi ti abbiamo protetto.
Ti abbiamo nutrito. Abbiamo riscaldato il tuo corpo indebolito. Ti supplichiamo: ritorna ancora a Gaza!
Non dimenticare il tuo popolo di più di tremila cristiani e un milione e mezzo di musulmani.
Signore della Pace, dona la pace alla nostra terra.
Siamo assetati di giustizia: Vieni Signore Gesù.
Preghiera di Padre Manuel Musallam, 5 novembre 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

hi, new to the site, thanks.