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"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

giovedì 12 giugno 2008

Il "peccato originale" di un partito fantasma

Riprendo da Famiglia Cristiana n. 24 del 15-6-2008 l'articolo che segue.

La questione cattolica torna alla ribalta nel Partito democratico che si appresta a celebrare l'Assemblea costituente in un clima di tensioni e malumori.
Berlusconi governa come gran timoniere non solo la barca di palazzo Chigi, ma tutto il vascello della politica italiana. Ha ormeggiato Fini alla presidenza della Camera, così il nostromo non suggerirà rotte fastidiose. Con la Lega c’è qualche difficoltà, ma Bossi e Maroni verranno messi sotto coperta, non scalpiteranno più di tanto. Ma il vero capolavoro il Cavaliere l’ha fatto con Veltroni: l’ha abbracciato fino a stritolarlo. Non basta la patetica missione napoletana a riportarlo tra i viventi. Troppo tardi: i fuochi erano già spenti e l’abbraccio Berlusconi-Bassolino era già stato consumato. Ora l’Italia è lui: il Cavaliere.
Veltroni ha avuto il merito di tirar fuori il Paese dalla palude della miriade di partiti, avviandolo al bipartitismo, salvo che ora non si capisce quale sia il secondo partito. L’opposizione fatica, il Governo ombra, più mediatico che reale, serve a distogliere l’attenzione dal vero problema del Pd: la sua identità.
È vero, Veltroni non ha ancora digerito la sconfitta, ma questa estenuante elaborazione del lutto non fa bene al Pd (e neppure alla politica italiana). Così come non giova l’omertà sugli schieramenti, camuffata da fondazioni e correnti d’ogni tipo. Se la "pax veltroniana" smorza tensioni e conflitti, non può essere un alibi per evitare un confronto interno, visti i tanti malumori. Oggi l’unico risultato evidente è che l’anarchia dei valori, teorizzata da Berlusconi, è trasmigrata e ha infettato anche il Pd: vale per la sicurezza, la vita, il testamento biologico, la pace, l’aumento delle spese militari. A eccezione dei cattolici, chi ha sollevato un’obiezione seria contro il reato di immigrazione clandestina?

Il voto dei cattolici conta, e molto. L’ha capito bene il Cavaliere che, prima d’incontrare il Papa, ha disinnescato qualche mina. Certo, la "questione cattolica" non si pone più nella forma del partito dei cattolici, ipotesi mai decollata, ma non per questo finita. Basta analizzare il voto delle recenti elezioni, ove risulta che l’80 per cento dei voti dei cattolici praticanti e impegnati è andato a Berlusconi.
Però, Veltroni fatica ancora a capirlo. Non ha neppure balbettato una critica alla Bonino che ha dato del "patetico" al Papa, ma al tempo stesso, si fa rappresentare da un suo "ministro-ombra" alla pagliacciata del Gay Pride di Roma, dove gli insulti alla Chiesa e al Vaticano si sprecano.
Ma i cattolici democratici non erano co-fondatori del Pd? Denunciando il "pasticcio veltroniano in salsa pannelliana" avevamo visto lontano e anticipato l’attuale disagio. Era così difficile capire che con l’ingresso dei radicali nel Pd si tradiva lo spirito originario che aveva portato Ds e l’ex Margherita a fondersi? Non è tempo di sciogliere questa ambiguità e pregare Pannella e soci di accomodarsi fuori? A nostro avviso, ciò sanerebbe il "peccato originale" di Veltroni e rilancerebbe il Pd. Una parte consistente dei deputati dell’ex Margherita si sta interrogando sul perché della loro permanenza nel Pd, col rischio che possano prendere la stessa decisione degli elettori. Perché dovrebbero fare la "riserva indiana" nel Pd? Oltre che minoranza, sarebbero minoritari e insignificanti. Chi ha più sentito Bobba o la Binetti?
All’Assemblea costituente del Pd (20 e 21 giugno), forse, sarà bene interrogarsi sulla leader-ship e una gestione poco collegiale. Altrimenti, avrebbe ragione padre Sorge: Veltroni ha così semplificato la politica italiana da far sparire anche il partito dell’opposizione.

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