Riprendo da Corriereal.it l'interessante (e istruttiva) intervista realizzata dall'amico Piero Archenti, e pubblicata il 26 agosto con il titolo "Le espulsioni impossibili".
Alghero - Metti che ti trovi in vacanza sulle spiagge della Sardegna. Metti che ti capita di conversare con il vicino d'ombrellone e scopri di avere a che fare con un ex maresciallo dei carabinieri, già reduce da una serie di missioni, l'ultima delle quali in Bosnia. Metti che il maresciallo in questione sia in pensione da poco tempo ed abbia tanta voglia di esprimere il suo punto di vista riguardo la possibilità, o meno, di rispedire al mittente gli extracomunitari clandestini residenti sul territorio italiano. Ebbene, metti queste cose insieme e viene fuori l'intervista che vi proponiamo.
"La demagogia - inizia il maresciallo Giuseppe Bassu - è una prassi molto diffusa in politica e consiste soprattutto nel prospettare agli elettori soluzioni impossibili a problemi veri".
Chiaramente maresciallo lei si riferisce alla effettiva espulsione dei clandestini dall'Italia. Ma in quale misura ritiene impossibile rispedire a casa loro gli extracomunitari che (è cosa arcinota) clandestinamente percorrono in lungo e in largo il nostro Paese?
"Le spiego subito. Facciamo il caso, tutt'altro che infrequente, soprattutto in certe località dove il turismo è di casa, che in una notte qualsiasi, presso una qualsiasi Questura italiana, vengano fermati 60 extracomunitari senza permessi di soggiorno e quindi, secondo le nuove disposizioni, si deve operare per rispedirli ai loro Paesi d'origine. Di questi 60, il funzionario incaricato accerta che 5 di loro sono viados brasiliani, 10 sono prostitute nigeriane, 5 dovrebbero essere nello Zaire ma chissà perché si trovano in Italia, 12 sono dello Sri Lanka, 8 dello Zimbabwe, 10 sono senegalesi e gli ultimi 10 non hanno documenti di sorta.
Bisognerebbe rispedirli al mittente. Benissimo - continua il maresciallo - si prendono i 5 viados e, affiancati da 10 poliziotti, li si imbarca sull'aereo per il Brasile. Le 10 prostitute nigeriane, sottobraccio a 20 poliziotti, si imbarcano sull'aereo diretto in Nigeria e così via fino al completamento dell'operazione di rientro coatto".
Un momento - lo interrompo - lei mi sta dicendo che per ogni rimpatriato il Governo italiano deve pagare il biglietto di viaggio anche per due poliziotti che li accompagni al Paese d'origine? Ossia non solo si paga per il rimpatriato ma anche per due persone che, affiancandolo, si assicurino che il soggetto sia accettato nel suo Paese?
"E certo! Questo è quanto previsto dal regolamento per le scorte. Sta di fatto che quella notte 50 extracomunitari e 100 poliziotti, dopo aver acquistato i biglietti comprensivi del viaggio di ritorno per i poliziotti accompagnatori, prendono l'aereo diretti ai diversi Paesi di provenienza degli indesiderati ospiti.
Giunti a destinazione, i poliziotti dovrebbero, nella lingua locale (?) spiegare alla Polizia del luogo, magari lo Zimbabwe, che si devono riprendere i loro compatrioti. Secondo me - commenta ironico - arrestano i poliziotti italiani oppure, se tutto va bene, rimandano tutti indietro. Ah! Dimenticavo, i dieci senza documenti. Dove accidenti li portano?"
Un problema decisamente di difficile soluzione soprattutto dopo che il maresciallo snocciola i dati che riguardano le 92 Questure italiane che devono far fronte ai 750 mila clandestini che si stima circolino sul nostro territorio. Dati che consentono al maresciallo di dire che, secondo lui (ma anche secondo noi), la polizia italiana non ha neppure i soldi per accompagnarli all'aeroporto in macchina, altro che biglietto aereo!
Infatti, rimpatriare 750 mila persone, vorrebbe dire pagare biglietti aerei A/R anche per i poliziotti della scorta, ovvero, 3.750.000 biglietti.
"Senza accordi internazionali, per noi molto onerosi economicamente - aggiunge il maresciallo - sono pochissimi gli Stati che si riprendono volentieri i loro concittadini. Altra demagogica soluzione prospettata, e poi ritirata, era quella di arrestare gli extracomunitari irregolari. Bene, purtroppo attualmente le carceri italiane dispongono di 60 mila posti e sono quasi tutti esauriti. Bisognerebbe quindi costruire almeno 1.500 nuove carceri per i nuovi detenuti ed assumere almeno altri 3 milioni di guardie carcerarie che li sorveglino e poi, siccome non possono condannarli all'ergastolo, quando saranno costretti a liberarli dove li portano? Se qualche politico mi risponde: li rimandiamo al loro Paese!...Mi metto a piangere".
Infine conclude con un suggerimento. "L'unica soluzione possibile al problema è quella di accordarsi con i Paesi di origine dei clandestini, come è stato fatto per l'Albania, pagando però centinaia di milioni di euro per il "disturbo". Scommettiamo che se l'Italia cedesse al ricatto della Libia, che prevede la costruzione di un'autostrada da un miliardo di euro, verrebbero immediatamente a cessare le partenze clandestine di migliaia di profughi dai porti libici?"
Una chiacchierata sotto l'ombrellone dicevamo, durante una assolata estate del 2008 parlando di cose, tutto sommato, non del tutto ignote, eppure...
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