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"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

domenica 31 agosto 2008

Pastorale sociale. Cos'è?

Si è tenuta nei giorni scorsi l'annuale Due giorni della Pastorale sociale e del lavoro piemontese a Torgnon. La constatazione è che nonostante l'impegno di alcuni "pionieri" che nel dopo Concilio hanno dato anima e corpo per far capire il senso e la necessità e l'urgenza di dedicare risorse e forze a questo ambito pastorale, siamo ancora molto indietro e chi vi si dedica è collocato nell'ambito degli "impallinati". Eppure non è altro che Vangelo! Mons. Charrier diceva che è "il Vangelo sociale", ma è riduttivo... Può esistere un Vangelo che non sia sociale, che non riguardi, non giudichi, non dia indirizzo alla vita dell'uomo e della società?
L'amico Andrea Zanello, promettente seminarista casalese ha pubblicato sul suo blog (Il ricciolo) l'omelia che riprendo. E' come un "manifesto" della pastorale sociale e del lavoro.


Adorna il tempio ma non trascurare i poveri. Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», confermando il fatto con la parola, ha detto anche: Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare (Cfr Mt 25, 35) e ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l’avete fatto neppure a me (Cfr Mt 25, 45). Il corpo di Cristo che sta sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.Impariamo dunque a pensare e a onorare Cristo come egli vuole. Infatti l’onore più gradito che possiamo rendere a colui che vogliamo venerare è quello che lui stesso vuole, non quello escogitato da noi. Anche Pietro credeva di onorarlo impedendo a lui di lavargli i piedi. Questo non era onore, ma vera scortesia. Così anche tu rendigli quell’onore che egli ha comandato, fa’ che i poveri beneficino delle tue ricchezze. Dio non ha bisogno di vasi d’oro, ma di anime d’oro. Con questo non intendo certo proibirvi di fare doni alla chiesa. No. Ma vi scongiuro di elargire, con questi e prima di questi, l’elemosina. Dio infatti accetta i doni alla sua casa terrena, ma gradisce molto di più il soccorso dato ai poveri. Nel primo caso ne ricava vantaggio solo chi offre, nel secondo invece anche chi riceve. Là il dono potrebbe essere occasione di ostentazione; qui invece è elemosina e amore. Che vantaggio può avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d’oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero? Prima sazia l’affamato, e solo in seguito orna l’altare con quello che rimane.Gli offrirai un calice d’oro e non gli darai un bicchiere d’acqua? Che bisogno c’è di adornare con veli d’oro il suo altare, se poi, non gli offri il vestito necessario? Che guadagno ne ricava egli? Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario e, senza curartene, adornassi d’oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe o piuttosto non si infurierebbe contro di te? E se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito dal freddo, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato in modo atroce ?Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le pareti, le colonne e i muri dell’edificio sacro. Attacchi catene d’argento alle lampade, ma non vai a visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perché questo sia fatto prima di quello. Nessuno è mai stato condannato per non aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero è destinato all'inferno, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni. Perciò mentre adorni l’ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello.
Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo

7 commenti:

il ricciolo ha detto...

(...)"promettente seminarista"(...):porca miseria, don! un mandrogno che parla bene di un casalese!!!
quale dei 2 motivi possibili?
a) mi devi chiedere dei soldi;
b) hai la fabbre alta.
peccato comunque che non la pensano così anche i miei professori, anzi...
a presto. buona settimana

Anonimo ha detto...

ricorderei ai citati professori ciò che si legge in Matteo 25, 34/36"...ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, ero pellegrino e mi ospitaste, nudo e mi copriste, infermo e mi visitaste, ero in carcere e veniste a trovarni" Non c'entra forse il "Vangelo sociale"...

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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