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"La coscienza del cristiano è impegnata a proiettare nella sfera civile i valori del Vangelo" ____________________________________________________________________________________________________________________

domenica 10 febbraio 2008

Meditare la Costituzione per combattere il “fascismo eterno”

La legge che ha istituito il Giorno della Memoria ci invita a ricordare il 27 gennaio di ogni anno “la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” (l. 211/2000 art.1). Questo ricordo, mesto per coloro che hanno perso la vita e insieme pieno di gratitudine verso coloro che l’hanno sacrificata per gli altri, s’intreccia quest’anno con il sessantesimo anniversario della nostra Carta costituzionale. Ricordare che l’antifascismo è stato un elemento comune a tutte le forze che insieme scrissero la Costituzione italiana non è solo l’affermazione di un dato storico. Se la Costituzione ha ancora qualcosa da dire ai cittadini di oggi è necessario ripartire proprio da qui.
Molti paiono esserselo dimenticati, dal momento che non possiamo essere così ipocriti da negare che molte persone sostengono che in questa nostra Italia dai governi brevi e dalle risse in Parlamento ci vorrebbe qualcuno a sistemare le cose, qualcuno come “lui”. E con questo rispettosissimo “lui” si sta ad indicare l’inventore stesso del fascismo, Benito Mussolini.
Non è solo un riferimento più o meno diretto ad un preciso periodo storico italiano del secolo scorso – cosa già di per sé molto grave! – a mostrare come si stia diffondendo un certo modo di pensare. Si tratta di qualcosa di ben più profondo e a volte addirittura inconsapevole, che si palesa nelle modalità di affrontare i temi sociali e politici.
Solo alcuni sintomi: il disprezzo per chi viene da altri paesi; la paura di perdere la propria identità e le proprie tradizioni nel confronto con le altre culture; la sufficienza verso chi non arriva alla fine del mese accompagnata dalla profonda indignazione per il dramma di chi invece non può neppure permettersi una piscina decente; il non tanto taciuto desiderio di far sparire portatori di handicap e non autosufficienti perché non rispondenti alla logica dell’efficientissima società del terzo millennio, dietro l’ipocrita giustificazione che “così si evitano loro maggiori sofferenze”; la superbia nel cercare di apparire sempre al di sopra degli eventi, degli altri e spesso delle leggi. Purtroppo potremmo continuare così per molte altre righe.
Qualcuno sarà portato ad alzare le spalle, pensando che si tratti perlopiù di chiacchiere da bar. Al contrario proprio questo è motivo di maggiore preoccupazione.
Tutto ciò sta infatti a significare che l’opera educativa della scuola ma anche della politica ha fallito o non è stata sufficiente. Se così tante persone, che hanno un’istruzione almeno elementare e spesso superiore – e che magari non esitano a dichiararsi vicini alla matrice culturale cristiana! – possono mostrare tanto disprezzo per la democrazia, per la libertà, per la tolleranza e per il diritto, allora è compito di chi crede ancora in questi valori sforzarsi continuamente perché essi non cadano nell’oblio.
Strumento privilegiato per raggiungere questo nobile scopo resta la nostra Costituzione, scritta sulle macerie della seconda guerra mondiale per essere antidoto ai veleni sempre in agguato dei fascismi di ogni epoca e di ogni luogo.
Sulle caratteristiche proprie di tutti i fascismi – di cui quello italiano è il paradigma – ha dedicato un breve eppur molto significativo saggio Umberto Eco, elaborando il concetto di Ur-fascismo (o fascismo eterno). Vale la pena di riportare alcune sue parole: “L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.” (U. Eco, Il fascismo eterno, in Cinque scritti morali, Bompiani, 1997).
Stefano Mussi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Trovo che ogni singola frase sia pienamente condivisibile. Uno scritto che sembrerebbe scontato nel suo contenuto (e tale sarebbe in un paese normale e meno lacerato), ma che purtroppo metà dei nostri politici non sottocriverebbe e taccerebbe di bolscevismo. Mala tempora currunt!